EUROPA – Il vertice di Ueapme a confronto con Herman Van Rompuy sul futuro dell’Ue
Oggi a Bruxelles si è riunito il board di Ueapme (Unione europea dell’artigianato e delle piccole e medie imprese) che ha approfondito i temi del Libro bianco sul futuro dell’Europa. Ospite d’eccezione Herman Van Rompuy, già presidente del Consiglio europeo e attualmente presidente dell’European Policy Centre, uno dei think tank più influenti a Bruxelles. Il confronto si è incentrato sulle tensioni antieuropeiste in atto nell’Ue, sulle tendenze populiste, sul problema della gestione dei flussi migratori, sulle conseguenze della Brexit e sui recenti risultati elettorali in alcuni Paesi UE. In un contesto così problematico, emerge la necessità di sostenere l’economia con una maggiore flessibilità nel mercato del lavoro e puntando ad un’economia aperta. Nel suo intervento, Luca Crosetto, delegato all’Europa di Confartigianato e Vice presidente di Ueapme con delega alle politiche d’impresa, pur ribadendo la sua posizione di convinto europeista, ha sottolineato come l’Europa, in questi anni, non sia riuscita a sostenere e supportare l’Italia soprattutto per quanto riguarda gli aspetti legati all’immigrazione e abbia finito per lasciarci soli ad affrontare questa tragica emergenza, anche di fronte alla chiusura delle frontiere da parte di Paesi vicini come l’Austria e la Francia. Crosetto ha sottolineato l’importanza di mantenere alta l’attenzione su questi temi per evitare facili derive populiste anche nel nostro Paese. Van Rompuy ha condiviso l’osservazione del Vicepresidente Crosetto e ha ribadito che sul problema dell’immigrazione l’Italia è stata abbandonata due volte. Ha concluso auspicando che la strada intrapresa segua un approccio concreto che si implementi quanto prima. Da parte sua, la Presidente di Ueapme, Ulrike Rabmer-Koller, ha ricordato che il Position Paper di Ueapme verrà diffuso entro fine ottobre a tutte le istituzioni UE alle quali verranno sollecitate misure dedicate alle PMI e che recepiscano le loro priorità ed aspettative.
RITRATTI DEL LAVORO – Capacità e materie prime di qualità nella miscela del vero gelato artigiano
“Le giuste capacità per miscelare e dosare gli ingredienti a regola d’arte, materie prime di qualità e tanta passione”. Sono questi gli ingredienti del vero gelato artigianale, parola di Augusto Cestra, maestro gelatiere della Omargel di Frosinone, che produce gelato dal 1983, con un punto vendita in centro e un laboratorio alle porte della città, per rifornire ristoranti, bar e attività commerciali della zona. “Per produrre il nostro gelato utilizziamo soltanto materie prime di qualità, quando possibile del territorio, e altri ingredienti naturali per dargli quel gusto unico e inimitabile che risveglia il palato”.
Un processo preciso e meticoloso, in cui ogni bravo maestro artigiano deve saper miscelare alla perfezione gli ingredienti. Il gelato è una magica alchimia di gusto e sapore, di tecniche che si perdono nella tradizione italiana. Più della pizza e degli spaghetti, è il gelato il vero patrimonio del made in Italy alimentare nel mondo. “Il nostro è un processo artigianale di produzione del gelato: pastorizzazione, omogeneizzazione, raffreddamento a piastre, maturazione della miscela e mantecazione. Un processo naturale, controllato e garantito lungo tutta la filiera”, spiega Cestra. Uno dei paradossi più incredibili dell’Italia di questi anni è il mancato riconoscimento della qualifica professionale del gelatiere. Uno dei mestieri italiani più famosi al mondo, oggi, non ha una certificazione professionale che ne garantisca la formazione e le conoscenze tecniche. Un buco normativo che riempie il mercato di operatori improvvisati e prodotti di bassa qualità, che di artigiano e artigianale hanno ben poco. “La formazione professionale e le conoscenze tecniche sono fondamentali per fare un gelato di qualità. È importante conoscere il dosaggio delle miscele e le varie fasi della produzione del gelato, oltre alle caratteristiche organolettiche degli ingredienti e alle pratiche per evitare il deterioramento dei prodotti”, aggiunge Cestra, che con i suoi due collaboratori produce uno dei migliori gelati di tutta Italia, seguendo le conoscenze del patrimonio italiano e scegliendo le materie prime migliori sul mercato. Formazione professionale e sicurezza alimentare sono due dei punti di forza dell’organizzazione aziendale della Omargel di Frosinone. “Nel processo di produzione tradizionale abbiamo inserito l’omogeneizzazione, che ci aiuta a legare il gusto dei vari ingredienti, e il raffreddamento a piastre, che abbatte drasticamente la temperatura della miscela, passando dagli 85° della pastorizzazione ai 4° con cui si lascia riposare nei tini di mantecazione, annullando così ogni possibilità di proliferazione batterica”. Uno dei nemici peggiori per i laboratori di produzione. “Quello dell’amministrazione dell’azienda, invece, è il fisco, il peso burocratico che lo Stato scarica sui piccoli imprenditori – spiega – Probabilmente è questo l’ostacolo principale per chi lavora in questo settore”. Un problema comune a tutti gli imprenditori italiani, che ogni anno vedono andare in fumo risorse importanti che potrebbero essere investite nello sviluppo dell’impresa. “Un laboratorio di produzione ha macchinari importanti, tecnologici e molto costosi. Avere maggiori risorse finanziarie in azienda permetterebbe di fare investimenti su nuovi macchinari da lavoro o su nuove forme di commercializzazione del prodotto”, conclude Augusto Cestra, uno degli eredi della gloriosa tradizione del gelato artigianale italiano.
Omargel
Frosinone
MECCANICA – Il 9 ottobre a Modena ‘Laboratorio Mecspe – Fabbrica digitale
Confartigianato ha dato il patrocinio alla tappa modenese del progetto “Laboratori MECSPE – FABBRICA DIGITALE, la via italiana per l’industria 4.0”, una roadmap iniziata nel 2017 con l’obiettivo di attraversare i territori strategici che stanno affrontando il percorso di adesione al Piano Nazionale Impresa 4.0. Nelle prime tappe di Vicenza, Bari e Parma, attraverso la testimonianza di imprenditori e opinion leader, è stato raccontato il processo di trasformazione in atto delle nuove fabbriche, che saranno lo snodo di questo imprescindibile cambiamento industriale.
La prossima tappa dei Laboratori MECSPE sarà il 9 ottobre in Emilia Romagna, a Modena, dove, grazie ai numerosi interventi e casi aziendali, sarà possibile raccogliere dati e informazioni utili per capire il processo di trasformazione in atto nelle imprese che lavorano nel settore della plastica con applicazioni sull’automotive. Le storie d’impresa saranno accompagnate dall’approfondimento sull’andamento congiunturale e previsionale delle PMI Emiliane e italiane, effettuato dall’Osservatorio MECSPE, con un focus rivolto all’industria 4.0 e alle nuove tecnologie.
Ad aprire l’evento, che si svolgerà presso la sede della Camera di Commercio, Sala Panini, con inizio alle ore 15, sarà, tra gli altri, Carlo Alberto Rossi, Segretario Generale di Lapam Confartigianato Imprese Modena.
L’iniziativa rappresenta una tappa di avvicinamento al MECSPE 2018, fiera di riferimento per l’industria manifatturiera, che si svolgerà alle Fiere di Parma dal 22 al 24 marzo.
STUDI – Nuovo record del made in Italy nei settori di MPI che sale al 7,2% del PIL. Nel I semestre 2017 crescita del +5,6%, trainata dal +8,4% nei Paesi emergenti
A metà 2017 l’export dei settori a maggior concentrazione di Micro e Piccole Imprese – nei quali l’occupazione nelle imprese con meno di 50 addetti supera il 60% del totale – sale a 120.614 milioni di euro toccando una incidenza sul PIL del 7,2%, il massimo storico degli ultimi venti anni; tocca il massimo anche il saldo degli scambi commerciali dei settori di MPI che è positivo per 38.238 milioni di euro.
I prodotti. Nel I semestre 2017 l’export dei settori di MPI sale del 5,6%, a fronte di un aumento del Manifatturiero del 7,9%, e nel dettaglio crescono tutti i comparti: il settore a maggiore crescita è quello delle Altre manifatture in salita del 7,6% – spinto dal +12,0% della Gioielleria – seguito da Metalli con il 7,4%, Legno con il 7,1%, Pelle con il 6,3%, Alimentare con il 5,5%, Abbigliamento con il 4,7%, Mobili con il 3,8% e Tessile con l’1,1%.
Il confronto europeo. L’Italia è il quarto esportatore europeo di prodotti manifatturieri con una quota dell’8,6% del totale UE dietro a Germania, Paesi Bassi e Francia, ma sale al secondo posto dietro alla Germania nel caso dei settori di MPI con una quota del 12,7% del totale UE. Il peso delle esportazioni italiane nei settori di MPI è pari al 7,2% del PIL, davanti a Spagna e la Germania (5,5%), Francia (3,6%) e Regno Unito (2,1%).
I mercati. L’analisi per i principali mercati di destinazione del made in Italy di MPI vede la crescita maggiore delle vendite in Cina dove è pari al +20,8% su base annua; seguono Corea del Sud (+14,1%), Russia (+13,2%), Polonia(+12,3%, Svizzera (+9,5%), Hong Kong (+7,6%), Canada (+7,6%) e Stati Uniti d’America (+7,1%). Nel totale l’export di MPI sale del 7,7% nei Paesi al di fuori dell’Ue a 28 e del 4,0% all’interno dell’Unione. Si consolida la crescita dei mercati dei Paesi emergenti (+8,4%), a fronte di un +5,1% registrato nei Paesi avanzati.
L’analisi dei tassi di cambio mostra che su alcuni mercati con elevata performance delle esportazioni dei settori di MPI come Russia e Svizzera si registra un marcato deprezzamento dell’euro nei confronti delle rispettive valute.
La tendenza sul territorio – Tra le maggiori regioni – con una quota superiore o uguale all’1% dell’export dei settori di MPI – si osserva una crescita nel I semestre 2017 maggiore rispetto alla media nel Lazio (+10,8%), Piemonte (+10,0%), Friuli-Venezia Giulia (+9,8%), Abruzzo (+9,3%), Lombardia (+6,9%), Toscana (+5,9%) e Trentino-Alto Adige (+5,8%). Aumenti significativi anche per Puglia (+4,3%), Veneto (+4,2%) ed Emilia Romagna (+3,3%), seguita da Umbria (+1,5%) e Marche (+0,5%) mentre è in controtendenza solo la Campania (-1,0%).
Tra le maggiori province la crescita maggiore delle vendite all’estero nei settori di MPI si riscontra ad Alessandria(+30,8%), Arezzo (+11,2%), Milano (+11,1%), Udine (+10,7%), Pordenone (+10,4%), Biella (+9,3%), Roma (+9,2%), Forlì-Cesena (+7,6%), Padova (+7,5%), Bergamo (+7,1%), Verona e Cuneo (entrambe a +6,9%), Firenze e Bologna (entrambe a +6,3%), Mantova (+6,1%), Monza e Brianza (+6,0%) e Napoli (+5,7%); in controtendenza Salerno (-7,5%), Modena(-1,7%) e Belluno (-0,2%).
Il grado di esposizione, dato dal rapporto tra le esportazioni nei settori di MPI e il valore aggiunto territoriale, più elevato si riscontra in Veneto con il 19,17%, più che doppio rispetto alla media; seguono Toscana con il 15,38%, Marche con l’11,97%, Emilia-Romagna con l’11,24%, Friuli-Venezia Giulia con l’11,23%, Lombardia con il 9,90% e Piemonte con il 9,85%.
La provincia con il maggior grado di esposizione è Belluno con il 57,13%; seguono Biella (38,97%), Arezzo (35,98%), Prato (34,22%), Vicenza (33,18%), Fermo (27,39%), Treviso (25,57%) e Alessandria (25,39%).
Il quadro completo nell’Elaborazione Flash “Nuovo record del made in Italy nei settori di MPI nel I semestre 2017”. Clicca qui per scaricarla.
FISCO – Su spesometro proroga insufficiente. Si slitti almeno fino al 18 ottobre
Siamo al paradosso. Mentre in Gazzetta Ufficiale veniva pubblicato il DPCM con il termine del primo invio dello spesometro spostato al 28 settembre, ieri, quasi in contemporanea, l’Agenzia delle Entrate ha annunciato un’ulteriore proroga al 5 ottobre 2017.
RETE Imprese Italia, pur apprezzando l’importante presa di posizione dell’Agenzia, ritiene insufficiente l’intervento e chiede uno slittamento fino al 18 ottobre, con una proroga di almeno 20 giorni dalla scadenza del 28 settembre, in considerazione delle difficoltà incontrate dalle imprese e dagli operatori sia nella gestione dei nuovi flussi che degli scarti di forniture.
Non si può, infatti, ignorare che si tratta del primo invio di una così imponente mole di dati richiesti alle imprese, spesso con chiarimenti insufficienti o giunti all’ultimo momento e con modalità di trasmissione che appaiono non adeguate a supportare un tale flusso di informazioni. E’, dunque, necessaria una revisione complessiva del sistema di trasmissione dei dati.
A questo punto per RETE Imprese Italia è indispensabile un intervento del Governo e del Parlamento per garantire un’adeguata proroga e per prevedere, con norma, la non punibilità degli errori commessi per i primi invii di dati fatture e liquidazioni IVA, così come per far ritornare a cadenza annuale l’adempimento.
MODA – A ‘White’ trionfa la qualità delle imprese artigiane di Confartigianato
n una Milano XL unita per il fashion system e per la città, WHITE archivia l’edizione di settembre con un record assoluto: 26.611 visitatori, +20% rispetto a settembre 2016. Crescono i buyer italiani del 22%, quelli esteri balzano a +40%. La presenza totale dei compratori cresce del 31% (a parità di edizione), confermando il ruolo di riferimento della manifestazione buyer oriented; l’unica patrocinata dal Comune di Milano e in partnership con Confartigianato Imprese.
Un importante asset del salone è stato infatti il focus sul know-how Made in Italy, espresso nelle aree di WHITE LOUNGE e WHITE STUDIO, frutto della partnership intrapresa tra WHITE e Confartigianato Imprese, nell’ambito del progetto MIAC – Moda Italiana Aziende Contemporary, che in questa edizione ha usufruito anche della presenza di nove top retailer italiani, per promuovere l’immagine del nuovo ready-to-wear italiano.
Il progetto è stato suggellato da un esclusivo evento di Confartigianato Imprese e WHITE organizzato nel suggestivo Foyer Garden dell’Hotel Four Seasons. La serata, aveva lo scopo di accendere i riflettori sul made in Italy più vero e autentico, quello che nasce dalla manualità, dal know how e dall’estro creativo degli stilisti e delle PMI italiane, in particolare degli artigiani. Hanno partecipato numerose importanti autorità nel campo della moda e non solo. Fra questi Ivan Scalfarotto, Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Dorina Bianchi, Sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, il Presidente di Confartigianato Imprese Giorgio Merletti, il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli, il Presidente di Confartigianato Moda Fabio Pietrella, il Delegato Nazionale all’Internazionalizzazione e Sistema Fiere di Confartigianato Imprese Giuseppe Mazzarella, oltre a Massimiliano Bizzi, Founder di WHITE e a Brenda Bellei, Ceo di M.SEVENTY.
«Sono molto contento di una settimana della moda che è la dimostrazione evidente di tutta la capacità, il desiderio e la voglia di fare sistema e la consapevolezza che, lavorando insieme, si possono ottenere risultati migliori di quelli che abbiamo ottenuto in passato – ha sottolineato Ivan Scalfarotto, Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, che ha presenziato all’opening della manifestazione – Il Governo è attento a questa colonna portante dell’economia italiana»
Gli artigiani della moda – ha dichiarato da parte sua Dorina Bianchi, Sottosegretario ai Beni e alle Attività Culturali e al Turismo durante un incontro con le imprese presenti al salone di via Tortona – raccontano il territorio a cui appartengono, ogni prodotto è la narrazione del proprio background culturale, del loro luogo di nascita. Il White è il grande laboratorio per la moda donna, dove il design incontra la ricerca, l’arte e la cultura. Il perfetto mix tra artigianato, industria e radici, capace di attrarre a sé numerosi appassionati da tutto il mondo. Queste narrazioni meritano di essere valorizzate e raccontate proprio come fa White, perché in un mondo sempre più fortemente globalizzato, è proprio l’unicità di ogni storia, la sua identità d’impresa, a rafforzare e arricchire l’identità del Made in Italy che tanto ci invidiano all’estero”.
Il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti ha sottolineato l’ìmpegno profuso dal Sottosegretario Bianchi e dal Sottosegretario Scalfarotto per valorizzare la nostra produzione artigiana e ha fatto rilevare l’importanza della collaborazione con White per “rilanciare in chiave contemporanea la nostra tradizione manifatturiera italiana, valorizzare l’Italia dell’artigianato e delle piccole imprese che, con l’intelligenza delle mani, la creatività della mente, la passione del cuore, danno vita alla qualità che il mondo ci invidia e contribuiscono allo sviluppo produttivo del nostro Paese”. Il Presidente di Confartigianato Moda, Fabio Pietrella, ha insistito sulle opportunità che le attività della moda offrono ai giovani. “Il fashion – ha detto – è uno dei settori più vitali del made in Italy e ad altissima vocazione artigiana: vi operano infatti 78.416 imprese artigiane (il 55,4% delle 141.523 aziende complessive del settore) che danno lavoro a 205.504 addetti (poco meno della metà dei 550.425 addetti totali)”. “Un patrimonio produttivo – ha aggiunto da parte sua il Delegato all’Internazionalizzazione e Sistema Fiere di Confartigianato Imprese Giuseppe Mazzarella – che la nostra Confederazione difende e promuove in Italia e sui mercati esteri con numerose iniziative di cui la partnership con White è un esempio prezioso”.
«I numeri di questa edizione, raggiunti anche grazie al timing allungato a 4 giorni, ci danno grande consapevolezza di quello che oggi WHITE rappresenta e anche del potenziale di Milano quando fa squadra – ha dichiarato Massimiliano Bizzi, Founder di WHITE – Milano si è aperta alla moda, come mai prima e WHITE ha risposto con entusiasmo all’appello. Il timing espanso su 4 date; le due nuove location di Tortona 31 e dello spazio espositivo nella Camera Italiana Buyer Moda e il grande show di richiamo, dimostrano quanto il salone sia attivo nel giocare il proprio ruolo, sia nel sistema moda italiano, sia per la città».
Un evento che si apre anche al pubblico con la urban catwalk di SSHEENA, che ha riscosso il plauso degli spettatori che affollavano Piazza Duomo. Questa sfilata è stata realizzata con il supporto del Ministero dello Sviluppo Economico, ICE Agenzia, di Confartigianato Imprese – partner di WHITE – e con il patrocinio del Comune di Milano.
Al raggiungimento di questo eccezionale traguardo ha contribuito la strategia su più fronti intrapresa, già da tempo, dal trade show. In primis, l’allineamento alla strategia di sistema imboccata dal MISE, cui WHITE ha risposto dilatando il proprio calendario con un giorno in più. Passando poi, per l’apertura della nuova location di Tortona 31/Archiproducts e dello spazio espositivo nella Camera Italiana Buyer Moda, proseguendo con l’inserimento, tra gli espositori, di marchi consolidati del made in Italy, che al salone trovano la giusta vetrina internazionale, aperta sui top buyer provenienti da tutto il mondo. L’opening della nuova location ha spontaneamente risposto all’esigenza di aumentare il bacino espositivo, che ha raggiunto quota 540 brand. Il brand mix che alterna label consolidati, talenti internazionali e scouting rivolto ai Paesi emergenti del fashion system apre, di fatto, a nuove visioni estetiche e di business. Questo: “contenitore di qualità”, come l’ha definito Mario Boselli alla cerimonia di assegnazione del Premio Ramponi, ha sfoderato anche il talento creativo di Efisio Rocco Marras, autore del nuovo corso di I’m Isola Marras, e Special Designer del salone, in esposizione presso la Camera italiana Buyer Moda.
ENERGIA – Dal mondo dell’energia 2.0 agli artigiani, eco-attori della transizione energetica
Si è svolta oggi presso la sede nazionale di Confartigianato Imprese, che ha ospitato l’iniziativa, la conferenza stampa dal titolo “Dal mondo dell’Energia 2.0 agli artigiani, eco-attori della transizione energetica”.“La transizione energetica non è solamente una necessità impellente, bensì anche una meravigliosa opportunità per ripensare le nostre organizzazioni, le nostre relazioni con gli oggetti e con la proprietà e – a livello ancor più profondo – le nostre relazioni con gli altri e la nostra capacità di essere membri di una società più collaborativa”. Partendo da questa affermazione di Myriam Maestroni, autrice del saggio “Comprendere il mondo dell’energia 2.0”, di cui è stata presentata in questa occasione l’edizione italiana, si è affrontato a più voci e sotto differenti prospettive il tema dell’efficienza energetica.
Eugenio Massetti, Delegato all’Energia di Confartigianato Imprese, e Presidente di Confartigianato Lombardia, ha sottolineato il ruolo chiave degli artigiani, “eco-attori” all’interno di un sistema virtuoso di promozione dell’efficienza energetica, intesa, quest’ultima, come un pilastro fondamentale per la transizione energetica, necessario per favorire il raggiungimento degli obiettivi europei, come evidenziato da Mauro Mallone, Direttore Divisione VII – Efficienza energetica e risparmio energetico del Ministero dello Sviluppo Economico.
Nino di Franco, Vicedirettore dell’Unità Tecnica per l’Efficienza Energetica dell’ENEA e Professore di Energetica presso l’Università di Pavia ha fornito un interessante contribuito sul tema dell’Energy Management nelle PMI sottolineandone le opportunità e le sfide. Il XXI secolo è stato caratterizzato da un’importante trasformazione del settore dell’energia.
Nel suo libro, Myriam Maestroni ha voluto affrontare l’argomento del mondo delle moderne fonti di energia analizzando le grandi sfide, le minacce climatiche e geopolitiche del settore e esplorare l’evoluzione più recente della legislazione sull’ambiente, con particolare riferimento all’efficienza energetica, che rappresenta senza dubbio, il pilastro di questa transizione. Infatti, in un mondo incerto, il consenso è tuttavia generalizzato quando si tratta dei temi del risparmio energetico e dell’efficienza energetica. Myriam Maestroni, che ha fondato in Francia la società Economie d’Energie, presente in Italia con una filiale (denominata ON5, perché «la quinta energia è quella che non si consuma»), è stata una delle prime figure del mondo dell’energia a sostenere che l’efficienza energetica deve rappresentare il cuore della nostra evoluzione.
L’efficienza energetica, che rappresenta uno dei cardini della strategia energetica nazionale, dovrà infatti essere il nostro punto di forza se vogliamo raggiungere entro il 2050 l’obiettivo europeo di ridurre le emissioni di gas serra a un quarto rispetto alla quantità odierna. Ciò implica la riduzione del nostro consumo energetico della metà mantenendo, allo stesso tempo, comfort e qualità di vita.
In questo saggio è stata data la parola ad altre rilevanti figure del mondo dell’energia e della politica, francesi, italiani, americani. Come Fatih Birol, Johannes Meiers, Nino di Franco, Corinne Lepage, Michele Sabban, Jean Marie Chevalier, Marc Beckers, Robert Bell, Jeremy Rifkin, Davide Tabarelli, Monica Frassoni, Gabriele Albertini.
E’ stato infine ricordato, in questo contesto, il programma “Diventa Eco-artigiano” frutto della partnership tra ON5 e Confartigianato Imprese: una piattaforma dedicata agli artigiani che intendono specializzarsi nella riqualificazione energetica degli immobili residenziali e delle PMI.
CONFARTIGIANATO ACADEMY – Al via le lezioni per 51 imprenditori. Un convegno all’Università Bocconi inaugura la seconda edizione
Per 51 imprenditori di Confartigianato iniziano le lezioni all’Università Bocconi con la seconda edizione di Confartigianato Academy, i corsi di formazione manageriale promossi dalla Confederazione e organizzati da SDA Bocconi, School of Management dell’Università Bocconi, la Scuola di Direzione aziendale dell’Ateneo milanese, riservati in esclusiva e creati su misura per gli imprenditori associati.
I 51 nuovi ‘studenti’ raccolgono il testimone dei 32 imprenditori (nella foto) che hanno frequentato il primo corso tenutosi tra settembre 2016 e marzo 2017 e che il 21 settembre hanno ricevuto il diploma di Confartigianato Academy.
La graduation ceremony si è svolta a margine di un convegno presso la sede dell’Università Bocconi al quale hanno preso parte il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli, il giornalista del Corriere della sera Dario Di Vico, il parlamentare Raffaello Vignali. Ad introdurre il confronto i professori Paolo Preti e Marina Puricelli, docenti dell’Università Sda Bocconi e rispettivamente coordinatore e docente del corso.
Al centro del convegno dal titolo “Piccola impresa: quale ambiente per competere”, i profondi cambiamenti del mercato indotti dalla rivoluzione digitale e gli effetti sull’economia delle piccole imprese e sul modo di fare rappresentanza. Per il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli, la maggiore novità per la piccole impresa è costituita dall’avvicinamento tra domanda ed offerta. “Si aprono – ha detto Fumagalli – grandi e belle prospettive per la competitività delle piccole imprese che possono mostrare i valori dell’artigianalità. Globalizzazione e tecnologia sono due driver abilitanti per la piccola dimensione produttiva e consentono di portare nel mondo la bellezza, il gusto, la capacità inventiva, il saper fare a regola d’arte degli artigiani e dei piccoli imprenditori italiani. E’ già così per molte aziende, ma il futuro ci riserverà altre sorprese positive, perché tante sono le opportunità da cogliere per i nostri imprenditori”.
Da parte sua, l’On. Raffaello Vignali ha insistito sul valore della persona che fa l’impresa e che ne realizza il successo, al di là del settore e della dimensione aziendale. A proposito del piano del Governo ‘Impresa 4.0’, Vignali ha rilevato che le misure hanno ancora poco tiraggio sulle piccole imprese e nel Sud, a causa della carenza di liquidità e dei problemi connessi al credito. Ha quindi sottolineato la necessità di incentivi automatici e di incentivi per la formazione in azienda connessi a ‘Impresa 4.0’.
Fumagalli si è poi soffermato sul tema della formazione e dell’occupazione dei giovani, sottolineando la necessità, nella prossima legge di bilancio, di dedicare risorse per incentivare l’apprendistato e la trasformazione in un contratto a tempo indeterminato. Argomento affrontato anche dall’On. Vignali secondo il quale il cambiamento tecnologico è una grande opportunità ma rischia di mettere fuori gioco alcuni lavoratori. La risposta può venire soltanto dalla formazione in azienda, di cui l’apprendistato è la forma d’eccellenza. Vignali ha poi lanciato l’idea di prevedere un premio alle imprese in base alla percentuale del numero di apprendisti in azienda.